PENSIERI E PAROLE

Vai ai contenuti

SPORT PER TUTTI E DI TUTTI

Lo Sport è da sempre sinonimo di inclusione, socializzazione, divertimento e competizione, anche per i bambini e adulti diversamente abili. Esistono infatti diversi sport che possono essere praticati. Esiste una classificazione ufficiale per gli sport per disabili è un sistema sviluppato dal Comitato Paralimpico Internazionale con lo scopo di creare delle specifiche categorie per gli sport per disabili, basandosi sulla tipologia ed il grado di handicap degli atleti. L'appartenenza ad una classe viene determinata attraverso un processo che può includere valutazioni e osservazioni sia fisiche che tecniche, in occasione di una competizione o durante un periodo di riposo dell'atleta. Le classi sono definite per ogni sport e sono parte integrante del regolamento sportivo. Tradizionalmente, gli atleti paralimpici vengono classificati secondo sei diverse classi: amputazioni, paresi cerebrali, difficoltà visive, lesioni spinali, handicap intellettuali e un gruppo che include tutti quelli che non rientrano nelle precedenti categorie.

O.N.U. E IL DIRITTO DELLE PERSONE CON DISABILITÀ

La Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità o, in lingua inglese, "Convention on the Rights of Persons with Disabilities" (in sigla CRPD), è uno strumento concreto che consente di combattere le discriminazioni e le violazioni dei diritti umani. L'Assemblea delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità nel dicembre 2006. Attraverso i suoi 50 articoli, la Convenzione indica la strada che gli Stati del mondo devono percorrere per garantire i diritti di uguaglianza e di inclusione sociale di tutti i cittadini con disabilità. 24 febbraio 2009: il Parlamento italiano ratifica la Convenzione, che diventa legge dello Stato.

MAMMA SEMPRE

È sera, siamo nel lettone a raccontarci episodi ed aneddoti della giornata trascorsa: è il nostro momento idilliaco in cui le tensioni si allentano, i problemi appaiono lontani e ci si ascolta profondamente. Accarezzo i morbidi capelli di mia figlia, quando lei, guardandomi intensamente con gli occhioni “rotondi” dolcissimi, mi domanda: “mamma, ma quando eri piccola come me, chi era la tua mamma?”. Io, ormai abituata alle sue domande impossibili, le rispondo con semplicità: “tua nonna, la nonna R. era ed è la mia mamma!”. Lei balza su dal lettone e meravigliata irrompe: “ma tu se una FIGLIA? No mamma, TU sei GRANDE, non puoi essere una figlia!”.
Vanna Dilernia | 11/7/2016

AMICI IMMAGINARI

Per circa un anno, nella mia famiglia, abbiamo ospitato, prima con molta reticenza, poi, pian piano, con naturalezza, due fratellini, due amici immaginari che la nostra primogenita, anocora figlia unica, aveva disegnato con la sua fantasia. Pompo e Tualla, è così che si chiamavano, a detta di mia figlia avevano la sua stessa età ed entravano e uscivano di scena in momenti imprevedibili. La prima volta che mi furono 'presentati', non nascondo le mie perplessità e preoccupazioni iniziali, compresi che quelle 'presenze' erano amici indispensabili per continuare a relazionarsi, seppur in maniera fantastica, con qualcuno, anche a casa, ricreando, magari, quel clima giocoso e festoso sperimentato all'asilo con i suoi compagni, durante le ore mattutine.
Vanna Dilernia | 7/7/2016

COMUNICARE OLTRE...

Se c'è un motto che ho sempre seguito nel percorso di vita di mia figlia è sicuramente "il non arrendersi mai e andare sempre oltre", così spinta da questa mia innata caparbietà ho deciso che dovevo poter mettere in contatto mia figlia con il mondo esterno. Sabato 28maggio ho partecipato ad un corso sulla comunicazione aumentativa alternativa (CAA), tenuta da un neuropsichiatria e da un ingegnere che ha fatto della propria esperienza personale, perché madre di un ragazzo tetraparesi spastico, non solo un lavoro, ma una missione. Decido così, dopo il corso, di prendere un appuntamento con l'ingegnere anche per mia figlia, è tanta la voglia di sperimentare senza però avere chissà quali aspettative, tutto nel pieno rispetto di quelle che possono essere le capacità di Roberta.

SEMPLICEMENTE UNA MAMMA

Essere mamma di una bambina "diversamente speciale", spesso mi fa apparire agli occhi delle altre mamme come una mamma "diversa", una mamma spesso guardata con occhi tristi a causa della grave disabilità della propria figlia. La mia è certamente una vita intensa, diversa da quella della maggior parte delle persone, ma non per questo il sole non splende ogni mattina in casa mia. Prima della nascita di Roberta, la mia vita era comune a quella di molte altre donne: studiavo all'università, facevo qualche lavoretto saltuario come baby sitter, uscivo e frequentavo tanti amici, poi la malattia di Roberta mi ha portato su un'altra strada e la mia vita è cambiata molto e non proprio nel senso che immaginavo.

ASSISTENZA SCOLASTICA

Uno dei problemi maggiori che un genitore di un bimbo che ha una disabilità, soprattutto motoria, si vede affrontare, è sicuramente quella di trovare una persona che si prenda cura del suo bambino non autosufficiente nelle ore scolastiche. La persona che a scuola deve occuparsi dell’assistenza igienica dell’alunno non autosufficiente sono per legge i collaboratori scolastici che debbono ricevere l’incarico dal dirigente scolastico. La Nota ministeriale prot. n. 3390/01 prevede che è necessario, considerata anche la delicatezza dei compiti connessi all’assistenza agli alunni disabili, che vengano organizzati corsi di formazione, secondo quanto previsto dal CCNI 1998-2001 art. 46...

DIO SCEGLIE UNA MAMMA PER UN BAMBINO DISABILE

Ogni mamma è un essere speciale, ad ogni mamma viene affidato un figlio che con infinito amore accudirà. Un giorno ho ricevuto in dono questa lettera che narra la storia di una scelta. La maggior parte delle donne diventano madri accidentalmente, altre per scelta. Quest'anno, quasi 100.000 donne diventeranno madri di bambini disabili. Vi siete mai chiesti come vengono scelte le madri di questi bambini?
Valeria De Simola | 20/6/2016

PIANO URBANO DI MOBILITÀ SOSTENIBILE

Il piano urbano di mobilità sostenibile è un piano strategico, costruito su strumenti di pianificazione esistenti, che tiene conto dei principi di integrazione, partecipazione e valutazione per soddisfare i bisogni di mobilità attuali e futuri degli individui, al fine di migliorare la qualità della vita nelle città e nei loro quartieri.

"ABBRACCIAMI"

Un abbraccio non ha bisogno di parole, racchiude in sè tutto l'universo di emozioni che si possono dire o esprimere... Un abbraccio consola, rinfranca il cuore, regala istanti di pace infinita in cui perdersi, ritrovandosi un'unica persona. Abbracciami forte, abbracciami ora, rimani con me, senza dire parola. Chiudi i tuoi occhi, lasciati andare, respira profondo l'odore del mare ...prendi i pensieri e regalali al vento

Vanna Dilernia | 14/6/2016

DISABILITY MANAGER

Il Disability Manager è un professionista che, attraverso le sue conoscenze, studi ed esperienze vissute, lavora nel campo della disabilità. In Italia il suo ruolo ha trovato una prima legittimazione istituzionale nel 2009 grazie al "Libro bianco su accessibilità e mobilità urbana - Linee guida per gli enti locali"...

UNA FRESCA MERENDA

I ghiaccioli in estate sono l'ideale per grandi e piccini. Colorati, buonissimi, allegri, freschi, dissetanti, dolci ma sani, che dire una bona alternativa di merenda estiva, ecco una semplice e deliziosa ricette per preparare in casa questi golosissimi dessert di ghiaccio, frutta e fantasia!
Editore: APS Città dell'Infanzia C.F.92072340729
© Copyright 2014-2019
Città dell'Infanzia
Direttore Responsabile: Serena Gisotti
Torna ai contenuti