"Emozione", dal latino emovere (ex: fuori + movere: muovere), letteralmente portare fuori, o, traducendo più liberamente, scuotere. Etimologicamente, dunque, l’Emozione altro non è che uno scuotimento dell’animo umano.
Quale, quindi, il “motore mobile” dell’essere umano: l’eterna sintesi degli opposti (che si attraggono), o, per dirla con un famoso adagio “chi si somiglia, si piglia”?
Esaminando, invero, la faccenda da un punto di vista meramente - me lo si conceda! - psicologico, la capacità di emozionarsi insita in ognuno di noi, o il differenziale di dipendenza emotiva, ovvero quello scarto di imprevedibilità contemplato in ogni trasformazione fisica (e psichica), si perde nella notte dei tempi delle primissime relazioni d’attaccamento di ogni essere umano, verosimilmente, instaurate con i caregiver, o le figure di accudimento, tipicamente la figura materna.