ANZIANI e vita: senza obiettivi, senza curiosità, senza passioni... è possibile trovare ancora un SENSO?

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ANZIANI e vita: senza obiettivi, senza curiosità, senza passioni... è possibile trovare ancora un SENSO?

Cittadellinfanzia.it
Pubblicato da Città dell'Infanzia in PARLIAMO DI... · Venerdì 29 Apr 2022
Tags: anzianiterzaetàfuturo
Il ciclo naturale della vita è qualcosa di cui tutti noi dovremmo essere consapevoli o verso cui essere preparati. Nasciamo, viviamo, moriamo. Asserito attraverso questi tre verbi sembrerebbe quasi un racconto asettico, senza colpi di scena, destinato ad un parossistico incedere dalle sbiadite prospettive. In verità, siamo noi a scrivere il racconto della nostra vita. Ogni giorno siamo di fronte ad una scelta, ogni giorno dobbiamo compiere dei passi e ogni giorno dobbiamo ragionare su “cosa fare”. Ebbene sì, il destino è solo una costruzione continua e costante di un percorso che scegliamo noi. La verità assoluta che dovrebbe guidarci in questo percorso è proprio l’assenza di immortalità. Questo significa che vivere “rinviando” continuamente quello che crediamo per noi sia importante, o aspettandoci che siano “gli altri” a dover dare senso alla nostra esistenza, o immaginando, seduti, un futuro da ricevere a domicilio come un pacco del corriere, mentre i treni sul nostro binario corrono ad alta velocità, altro non è se non accelerare la chiusura di quel ciclo naturale. Investire tutta la propria esistenza sui “figli bastoni della vecchiaia” perché “devono farlo per riconoscenza” (anche se dovremmo ricordare che i figli non scelgono di venire al mondo) o, nel caso in cui non vi fossero figli, maledicendo il destino e arrabbiandosi con il mondo, guardare foto ingiallite, contare più "ieri", criticare tutto e tutti coloro che non hanno compiuto le stesse scelte (uniche e assolute), sindacare sulla felicità degli altri, non accettare i cambiamenti (passaggi essenziali dell’esistenza), non mutare mai opinione, lamentarsi sempre, ingurgitare tg h24, inebriarsi solo di medicine e visite mediche,  guardare al futuro con corpi inclinati e sguardi torvi, senza avere un presente... possiamo davvero dire sia onore alla vita?

Questo modo di vivere la vita da spettatori inermi ingoia, inaridisce e allontana chi, al contrario, fa di obiettivi e futuribilità il filo conduttore della propria ragione, innescando il senso di colpa nel vivere per davvero. Non si genera un circolo virtuoso ma solo un istinto di fuga, perché, si sa, chi vuole vivere fugge dalla morte.

La morte non è solo fisica, la morte può risiedere nell’anima e, forse, è più grave di quella fisica. Sì, perché la morte dell’anima sancisce l’assenza di vita, in vita.



Oggi abbiamo una fortuna. La Terza Età ha quelle opportunità che fino a 50 anni fa erano impensabili. Circoli ricreativi, servizio civile, attività culturali... un ventaglio incredibile che dà la certezza di potersi rimettere in gioco a qualunque età. Contare i giorni sul calendario non può considerarsi “attività”: è angoscia, è distruzione. Quello che non deve mancare mai nella vita è la passione. Inondiamoci di passioni, di sorrisi, di irrefrenabile curiosità. E se anche il corpo non dovesse esserci fedele compagno, facciamoci guidare dalla mente. Ricordiamo , inno alla resistenza, alla determinazione e alla straordinarietà nel suo “vizio di vivere”. Un polmone di acciaio non è stato una barriera per la sua mente che ha valicato i confini del tempo e dello spazio, dandole l’opportunità di restare per sempre incastonata nella memoria di tutti. Dobbiamo fare in modo che di noi si rammenti l’insegnamento alla vita, a credere che,  fino alla fine, si possa lottare per qualcosa, che dietro una nube possa celarsi un sole scintillante pronto a inondarci di calore e nuova energia. Questo dovremmo insegnare alle nuove generazioni: non arrenderci mai e ricercare senso fino all’ultimo alito di vita.

Guarda verso il sole, perché non avrai altra opportunità!

“Il vecchio che pensa di non aver più niente da imparare è un vecchio che non ha imparato niente.ROBYSJACK


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